Il produttore Sergio Scorza sulla Cellina di Nardò

Approfondimento sulla cultivar Cellina di Nardò da cui nasce un ottimo olio extravergine di oliva


Da anni la difesa dell’olio extravergine di oliva tiene banco nell’ambito della riforma Pac (Politica Agricola Comune) al fine di promuovere la produttività del settore e non ostacolare la già tanto faticosa strada che spesso gli agricoltori sono costretti a percorrere. E’ notizia di questi giorni il tanto atteso decreto legge “salva olio” definito dall’europarlamentare Paolo De Castro un ''importante passo in avanti verso la tutela e la valorizzazione di uno dei prodotti più rappresentativi e strategici del sistema agroalimentare italiano''.

Pugliese come l’onorevole De Castro è anche Sergio Scorza, nativo di Nardò e olivicoltore con all’attivo ben 50 ettari di terreno dove sorgono ulivi secolari di Cellina di Nardò e di Ogliarola Salentina.

“La difesa della qualità alimentare - spiega Sergio Scorza - è per noi olivicoltori una via di sviluppo indispensabile per rendere competitivo il patrimonio agroalimentare italiano di cui l’olio di oliva è uno dei principali punti di forza soprattutto ora che la dieta mediterranea, di cui l’olio è uno dei componenti principali, è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità”.

Sergio Scorza vive e opera nella terra di cui è originaria la tanto nota oliva cellina, una delle cultivar di ulivo più importanti della provincia di Lecce. La sua origine è molto antica infatti fin dal XVIII era la coltivazione più diffusa nel territorio del Salento.

Da addetto ed appassionato del settore, il produttore neretino Sergio Scorza approfondisce in questa intervista i benefici di un frutto molto presente nel territorio agricolo della provincia di Lecce e in particolare di Nardò, sottolineando le caratteristiche del prodotto e gli abbinamenti gourmet.

Sergio quali sono le caratteristiche dell’olio extravergine di oliva Cellina di Nardò?
L'extravergine di Cellina di Nardò alla vista appare limpido e di colore verde con riflessi dorati, al naso si coglie subito una nota di erba appena sfalciata e mandorle; in bocca è dolce con una lieve nota piccante in chiusura.

Come si riconosce un ulivo di Cellina di Nardò?
L’albero è vigoroso e raggiunge dimensioni notevoli anche superiori a 10 metri e ha una chioma folta e scura. Le foglie hanno una forma ellittico-allargata, spesso ricurve, di media grandezza, lunghe circa 58mm e larghe 16mm. Il frutto è ellittico-ovoide, asimmetrico incurvato, con apice appuntito ed anche il nocciolo è ellittico appuntito.

Punti di forza e di debolezza di questa cultivar rispetto alle altre?
La resa industriale in olio non è delle più corpose: tra 13% e 15%, ma ha come vantaggio la sua resistenza alla mosca ed ai parassiti in genere che la fanno per tale aspetto la cultivar più richiesta da parte di olivicoltori delle Province di Brindisi, Lecce e Taranto in procinto di realizzare nuovi impianti.

Come è alla vista un olio da oliva cellina?
E’ giallo chiaro, limpido, tendenzialmente amarognolo e leggermente fruttato.

Quali sono i benefici sulla salute di questo olio extravergine?
Prezioso è l’aspetto nutrizionale dell’olio extravergine sia per le sue caratteristiche sensoriali e organolettiche che aiutano nella prevenzione dell'ossidazione delle lipoproteine e nella lotta ai radicali liberi. Sono inoltre accertati effetti biomedici positivi a livello cardiovascolare. Ed è per questo che questo nostro olio è un elemento fondamentale, come dicevo prima, della dieta mediterranea.

Infine qual è il migliore abbinamento gastronomico?
Suggerisco di condire piatti di carpaccio di pesce dello Jonio, zuppe di ceci e di accompagnarlo a formaggi freschi salentini.
 
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